Pemio Nazionale di Poesia e Narrativa dedicato alla Bicicletta e al suo mondo

venerdì 29 gennaio 2016

30 giorni alla scadenza: Il Bicicletterario in fermento

foto di locandina: Luca De Siena
Quando manca ormai un mese alla scadenza per l'invio delle opere (che, lo ricordiamo, è stabilita per il 28 febbraio prossimo), lo staff de Il Bicicletterario è in piena attività per i preparativi della cerimonia di premiazione: come annunciato all'apertura del bando, sarà inclusa in un'intera giornata di festa dedicata alla bicicletta, alla letteratura e...alla musica. L'appuntamento, da non perdere, è fissato per sabato 14 Maggio 2016, a Scauri, località costiera del comune di Minturno - LT.

La giuria è impegnata da quasi un mese nella valutazione del primo 'scaglione' di opere giunte in segreteria ed è già pronto il secondo blocco da sottoporre al suo giudizio.
Come per la prima edizione, è con grande soddisfazione che rileviamo una diffusa partecipazione, da ogni angolo d'Italia, merito della infaticabile opera di diffusione messa in campo dal Co.S.Mo.S. e dai suoi sostenitori ufficiali, ma anche della estesa condivisione di cui è stata e continua ad essere oggetto l'iniziativa.

Si tratta di una soddisfazione che nulla ha a che vedere con un mai coltivato desiderio di popolarità: riguarda piuttosto la constatazione dello sconfinato amore che suscita la bicicletta, dell'infinità di ambiti in cui si muove e della sempre crescente attenzione che attira su di sé quello che noi consideriamo il mezzo di trasporto più bello mai creato dall'ingegno, il più trasversale e democratico, aulico e popolare al tempo stesso, umile e nobile insieme, insomma: 'perfettamente perfetto'.

Sono molte le singole persone, le redazioni, le associazioni, anche le attività commerciali, che hanno accolto con entusiasmo questa seconda edizione del primo Premio Nazionale di Letteratura interamente dedicato alla bicicletta - unico al mondo, sembrerà strano! - e che ne hanno voluto diffondere la notizia, coinvolgendo con ogni mezzo tantissime altre persone, soprattutto attraverso i social networks; a tutti va dunque un sentito ringraziamento e una grande riconoscenza, che forse mai saremo in grado di dimostrare adeguatamente: siete semplicemente... troppi! Di un troppo di cui non si ha mai abbastanza, tuttavia.

Altre opere sono attese, in questo ultimo mese, sappiamo che ne arriveranno, ma neanche queste saranno mai troppe (sperando che i giurati la pensino allo stesso modo!).
Rinnoviamo allora l'invito a scrivere i propri versi a pedali, i propri racconti in bicicletta, e a inviarli a bicicletterario@gmail.com, mentre altre iniziative collegate, di cui presto si avrà notizia, si preparano in seno all'organizzazione...
Per tutte le info del caso (giuria, bando e molto altro) rimandiamo alla consultazione del sito ufficiale del premio all'indirizzo www.bicicletterario.blogspot.it.

La varietà di storie che passano sotto gli occhi della segreteria è a dir poco stucchevole. O forse dovevamo aspettarcelo, dal momento che la bicicletta in qualche modo si plasma sotto ed attorno al suo conducente, divenendo con lui parte di una unicità che è prerogativa di ognuno.

La natura umana pare trovarsi meravigliosamente a proprio agio nella dinamica giroscopica della bicicletta, che sia per fare una passeggiata, per andare a far la spesa o al lavoro, per viaggiare alla scoperta o riscoperta di paesaggi -a volte mai vissuti abbastanza - o per gareggiare, sfrecciando mossi dalla sola forza delle proprie gambe.

Allo stesso modo, la bicicletta gironzola confortevolmente - da sempre - tra le pagine dei libri, si muove sicura tra le righe di romanzi e memorabili articoli di letteratura sportiva, o di suggestivi dipinti poetici.

La sfida che proponiamo è questa: confrontarsi con i grandi che ne hanno scritto, comunque consapevoli dell'unicità della propria storia, pedalando accanto a loro in una sorta di 'gruppone' da Giro D'Italia, dove - è vero - qualcuno vincerà pure, ma senza il gruppo, senza i suoi colori, non c'è Giro. Una Critical Mass letteraria, che vedrà qualcuno indicare il percorso, e però esiste soltanto in virtù della partecipazione di tanti.

Affrettatevi, dunque, raggiungete il gruppo: fino al 28 febbraio Il Bicicletterario vi aspetta!


video-spot Il Bicicletterario:
Pagina Facebook:
https://www.facebook.com/bicicletterario/



giovedì 21 gennaio 2016

Il Bicicletterario visto dalla giuria: Gisella Calabrese

Abbiamo chiesto a Gisella Calabrese, membro della giuria de Il Bicicletterario 2016, nonché Direttore Artistico dell'importante Visioni Corte Film Festival, quali sono le motivazioni che l'hanno spinta ad accettare l'incarico che le abbiamo proposto. Abbiamo anche chiesto che ci parlasse di Visioni Corte, di cui è co-fondatrice, insieme a Giuseppe Mallozzi. Riportiamo quanto ha voluto dirci e dirvi, in una bella e sentita 'lettera' che pubblichiamo per intero:

La prima volta che impariamo a camminare siamo troppo piccoli, intorno al primo anno di età e, a meno che non ci siano foto celebrative a suggellare il magico momento, non ne abbiamo memoria. Discorso diverso invece per quando impariamo ad andare in bicicletta. Io ricordo benissimo quel frammento che resterà indelebile. Ricordo bene la bicicletta blu e argento, con le ruote bianche. Il mio vestitino bianco a fiorellini, i capelli lunghi legati in una coda, il sorrisino felice. Avevo circa tre anni quando ricevetti la mia prima, sfavillante bicicletta, regalo dei miei genitori, che faceva bella mostra di sé insieme a enormi peluches, regali dei miei nonni e zii. Ho una foto che mi rammenta quel periodo e ogni volta che la guardo provo una profonda tenerezza. Ricordo anche le volte in cui mio papà mi insegnava ad andare in bici, prima con le rotelle laterali di supporto, poi il momento della libertà, quella vera, mai sentita fino a quel momento. Correre, capelli al vento, verso una destinazione immaginaria, mai raggiunta, col sorriso sul volto.
Gisella Calabrese con Nunzia Schiano e Giuseppe Mallozzi
Ecco, quando penso alla bicicletta, questo è senz’altro uno dei ricordi più cari. L’altro risale alle scuole elementari, quando vivevo a due passi da Venezia e ogni mattina mia madre – come tantissime madri venete – mi portava a scuola in bicicletta, seduta sul sellino posteriore. Che ci fosse nebbia, pioggia o vento, era così che ogni giorno andavo a scuola, costeggiando le rive del fiume Brenta, accanto a pescatori (folli) che a quell’ora ancora buia, erano intenti a pescare con le loro lunghissime e colorate canne. E ancora, nei pomeriggi autunnali quando, con mamme e amichette, andavamo in giro in bici, tra le foglie arancioni accartocciate degli alberi, i ricci, i melograni, un tiepido sole ottobrino.

Quando mi hanno proposto di essere giurata in questo singolarissimo premio letterario, Il Bicicletterario, ho accettato subito, senza pensarci un attimo, entusiasta e onorata, ma forse senza realmente rendermi conto del motivo più intimo. Riflettendoci a mente fredda, sono risaliti alla memoria ricordi lontani, a cui non pensavo più e di questo sono grata ai ragazzi del Co.S.Mo.S., che con tanta passione e dedizione hanno ideato questo concorso e si impegnano ogni mese con le pedalate collettive sul lungomare di Scauri. Un rettilineo che costeggia il mare e che, paradossalmente, sarebbe perfetto per una pista ciclabile che però non c’è. Ecco una delle ragioni per cui il Bicicletterario è così importante: diffondere la cultura della bicicletta per favorire l’ambiente, la socializzazione, il benessere psicofisico e portare avanti battaglie importanti come quella della pista ciclabile.

Oggi, in un mondo che va molto più veloce di noi, in cui l’istantaneità sembra essere il cardine fondamentale (a partire dalle notizie in tempo reale, le foto condivise sui social, le telefonate ripetute), il Bicicletterario promuove invece due pratiche in cui il pensiero e la lentezza rappresentano la principale bellezza: scrivere e pedalare. Due attività in cui la mente si libera verso mete lontane, in angoli inesplorati, aprendoci a nuovi pensieri, nuove emozioni, cari ricordi, affetti o malinconie.

L’arte dello scrivere è un momento intimo, privato, in cui siamo soli davanti al foglio bianco, senza paura di esporre il nostro fianco più vulnerabile, i nostri reali pensieri, ma anche di sbizzarrire la nostra fantasia, immaginando passati o futuri mai esistiti e, forse proprio per questo, anche più belli di quelli reali. Pedalare all’aria aperta apre il cuore e i polmoni verso profumi e immagini che resteranno indelebili, insieme a quella sensazione di libertà, il vento che fa dispetto ai capelli, il fumetto bianco del nostro respiro nelle giornate più fredde, il sole tiepido sulla pelle, i colori tutt’intorno, il benessere procurato dalle endorfine che si liberano nel nostro corpo attraverso una semplice quanto piacevole attività fisica. Con un valore aggiunto: rispettare l’ambiente promuovendo un mezzo assolutamente ecologico e sostenibile.
Per tutti questi motivi partecipare al Bicicletterario sarà un’esperienza arricchente, non solo per me in qualità di giurata insieme ad altri “colleghi”, ma anche e soprattutto per chi parteciperà, potendo coniugare le proprie passioni con la scrittura, e con la sostenibilità che la bicicletta porta con sé dalla sua creazione. In questo mondo meraviglioso che la nostra scelleratezza sta distruggendo, è importante e fondamentale dare il nostro contributo per proteggerlo e rispettarlo, a partire dai gesti più semplici come gli acquisti consapevoli, la corretta raccolta differenziata, il ridotto consumo di plastica e derivati, il riciclo: e persino un premio letterario come questo può fare la differenza. Per costruire una casa, si parte da un mattone - uno per volta - e allora, facciamo in modo che ognuno di noi possa essere un mattoncino per la realizzazione di un mondo più sostenibile ma soprattutto più vivibile, per noi e le future generazioni.

Visioni Corte Film Festival è nato da una passione che condivido con Giuseppe Mallozzi (ndr: co-fondatore e co-organizzatore), quella per il cinema. È nato come un’idea, un piccolo sogno da realizzare e negli anni è diventato una stupenda, meravigliosa realtà. Diffondere il sottobosco nel cortometraggio e coniugarlo con la bellezza del territorio che ci ospita, quello di Minturno e di tutto il Golfo di Gaeta. Un modo, quindi, di fare turismo culturale, senza annoiare ma in maniera appassionante, interessante, che faccia divertire, riflettere, commuovere. Qualcosa che rimanga nel cuore di chi viene a vedere i cortometraggi del nostro festival. Visioni Corte è un concorso internazionale che ormai ha raggiunto tutti i cinque continenti del mondo. Siamo molto conosciuti all’estero, soprattutto per la serietà delle nostre selezioni. Questo perché il nostro imprescindibile punto cardine è il concetto di altissima qualità, non solo per distinguerci da molti altri festival, ma per dare il giusto merito al lavoro e all’impegno di registi, produttori e attori che spesso si cimentano in film coraggiosi che trovano poco spazio in altri contest del genere. Il mio ruolo di direttore artistico è molto complesso, ma tutta la realizzazione del festival è un lavoro di squadra, in cui ci si confronta e si spendono tutte le energie e il tempo disponibili per realizzare ogni anno qualcosa di sempre più bello. Visionare le centinaia di film che arrivano durante tutto l’anno, sfoltire i finalisti da consegnare alla giuria tecnica che ha il compito di visionarli e di decretare il corto vincitore di ogni categoria, tutto il lavoro di segreteria e contatti con i partecipanti, organizzare le serate del festival, l’ordine di proiezione, il layout del materiale cartaceo, l’aspetto tecnico con un service adeguato: insomma, il lavoro è notevole, ma molte altre cose vanno preparate e discusse, a partire dal fondamentale reperimento di fondi che permettano la realizzazione della manifestazione (uno dei ruoli del nostro “tesoriere”). Negli anni, grazie al nostro impegno, alla nostra caparbietà e alla nostra “follia”, abbiamo creato intorno al festival un pubblico sempre più numeroso e affezionato, che ci ripaga dei tanti sacrifici e che ci motiva ancor di più a fare sempre meglio. Il bando per il 2016 è stato già emesso, e, con rinnovato entusiasmo, stiamo già lavorando a questa nuova edizione.



 

martedì 5 gennaio 2016

A proposito de Il Bicicletterario...



Il mondo della letteratura è ampio e variegato, è un universo nel quale ognuno può viaggiare arricchendosi di una quantità di esperienze che difficilmente potrebbero essere collezionate in una sola esistenza.
Noi del Co.S.Mo.S. abbiamo deciso di 'ritagliare' un angolo di questo universo per dedicarlo alla bicicletta, e ai mondi che questo affascinante mezzo di locomozione disegna intorno a sé.

Esiste una letteratura della bicicletta, esistono numerose opere che fanno riferimento a lei o che la pongono come elemento centrale della narrazione, o comunque imprescindibile per la storia che raccontano.
Ma, fino ad oggi, nessun premio letterario si era rivolto specificamente a questa branca letteraria, facendone il fuoco intorno a cui far orbitare la creatività di esordienti e scrittori o poeti navigati.

E così, in linea con i nostri scopi, abbiamo meditato, ed infine reso possibile, la nascita de IL BICICLETTERARIO - PAROLE IN BICICLETTA, l'unico premio di poesia e narrativa - a quanto ci è dato conoscere - che si proponga di favorire la crescita di un 'genere' che abbracci tutte le sfaccettature del mondo a pedali, con particolare riferimento alla bicicletta.
Nel farlo abbiamo coinvolto personaggi importanti, tanto del mondo letterario quanto di altre sfere dell'umana attività, che hanno apprezzato e sposato con entusiasmo la nostra iniziativa; abbiamo così dato vita ad una giuria competente, preparata ed eterogenea che rappresenta il valore aggiunto a quanto stiamo in questi giorni promuovendo con tutte le nostre forze.

Sì, perché il mondo della bicicletta, lungi dal poter essere categorizzato mediante parametri rigidi, è, anch'esso, variegato.
Probabilmente, nell'immaginario comune - ma le cose pian piano stanno evolvendo - ruote e pedali sono associati per lo più al ciclismo agonistico o semi-agonistico, mentre, nella realtà, c'è tutto un universo - anche qui - che si ramifica a partire dai raggi di una bicicletta, che non è soltanto quella 'da corsa'.

Esiste il ciclista urbano, che sfida il caos delle nostre città, animato dalla convinzione che una città migliore e più vivibile è possibile, oppure mosso dalle ristrettezze che oggi impongono le varie e cicliche crisi economiche; esiste il ciclista della domenica, che approfitta, solo o in compagnia di famiglia e amici, delle belle giornate per vivere in modo più 'lento' il proprio tempo libero; esiste il cicloescursionista, che affronta percorsi extraurbani ora in cerca di una natura incontaminata, ora di bellezze storiche o culturali da visitare ad un ritmo più calmo di quello cui ci abitua la quotidianità frenetica; esiste il temerario della mountain bike, appassionato più o meno capace di trial ed uscite estreme; esiste il salutista, che macina chilometri con un occhio sempre fisso al consumo di calorie e al battito cardiaco; esiste l'anziana signora, abituata da sempre a muoversi in bicicletta per le incombenze di tutti i giorni; esiste il cicloturista moderno, preparato e consapevole, informatissimo sui percorsi protetti e sui luoghi da raggiungere; esiste l'ecologista, convinto assertore della necessità di rottamare ogni mezzo motorizzato; esiste il ragazzino che sperimenta la sensazione di libertà inforcando la sua due ruote senza dover pensare a dove fermarsi a far carburante o a quanto lontano vorrà o potrà arrivare...basta tornare a casa per ora di cena! 
Esiste una quantità di tipologie di ciclista, ed ognuna è dilatata ulteriormente dall'infinità di tipi umani e di sensibilità che li abitano.

Esistono i ricordi, e le storie, vissute o raccontateci.
La bicicletta, densamente, esiste.
Basta pescare in questo suo mare fatto di un suggestivo miscuglio di libertà e necessità, di praticità e idealità, di purezza e di esperienza, per lasciarsi ispirare, e scrivere.
Bastano pochi versi, anche due, per fare, della bicicletta, poesia.
Bastano poche pagine per imprimere su carta impressioni ed emozioni di una storia che la veda come protagonista, anche se di pura invenzione, anche se ambientata nel futuro, quel domani in cui vivono le aspirazioni e le speranze.

Ecco: questo è IL BICICLETTERARIO. E lo stiamo costruendo insieme.