Pemio Nazionale di Poesia e Narrativa dedicato alla Bicicletta e al suo mondo

venerdì 1 dicembre 2017

Oltre i confini del sé - 'Alle Colonne d'Ercole': da Tullio Berlenghi il diario di un cicloviaggio


Una recensione bicicletteraria di
(con illustrazioni di Maria Cristina Marsili, Casa editrice dei Merangoli, 2017).



Ci sono delle verità difficili – forse impossibili - da negare.

Una di queste è che un viaggio non consiste in un mero spostamento geografico, in una sterile traslazione di coordinate: un viaggio che sia davvero tale, nell’attraversare i luoghi e nel raggiungere una meta – quando c’è – è l’esplorazione del ‘dentro’ attraverso il ‘fuori’, la scoperta di un sé nuovo, che a volte si manifesta anche mediante il recupero di parti di quel sé frustrate dalle strade usualmente percorse. La letteratura di formazione, in questo senso, è letteratura di viaggio. E la letteratura di viaggio è romanzo di formazione, specularmente.


Un’altra verità, sedimentata con l’esperienza di sempre più persone, è che l’andare in bicicletta aiuta - o consente tout court – la chiarificazione del pensiero, il diradamento delle nebbie della confusione, la focalizzazione dell’essenziale. E anche questa è una circostanza che si verifica ‘dentro’, con l’ausilio di un ‘fuori’ da percorrere, da attraversare; in questo caso, soprattutto, vale il ‘come’ (con quale mezzo) lo si attraversa.


Non c’è bisogno di ricorrere a formule matematiche per appurare la terza verità che dalle due precedenti consegue: un viaggio in bicicletta è doppiamente un vero viaggio.


Tullio Berlenghi ne ha intrapreso e concluso uno siffatto, lui che si definisce tendenzialmente pigro riguardo le 'assunzioni di responsabilità': un obiettivo simile di responsabilità ne comporta a vagonate. Ha ‘cicloviaggiato’ per diversi Stati, coprendo un buon quinto delle coste mediterranee. Non solo: la destinazione prescelta è a dir poco simbolica, perché, a dir molto, invece, è la sublimazione della prospettiva del viaggio/conoscenza per le culture che sono nate, cresciute e fiorite intorno al Mediterraneo e, pertanto, per l’approccio culturale di mezzo mondo.


La traversata origina apparentemente da un caso, da quel mese lasciato libero dagli impegni di sempre, che chiama a gran voce per essere colmato, e farsi catalizzatore di un’esigenza. C’è da partire, in bici, per sondare il limite della conoscenza di sé - per ricalcolare le proprie coordinate umane - e la meta non può che essere Gibilterra, luogo-non luogo in cui si accumulano millenarie suggestioni, memorie di viaggi, cronache di incontri e scontri, velleità di scoperta, ambizioni di conquista, correnti di speranza e aspirazioni da turisti. Proprio come il collo di un imbuto, le Colonne d’Ercole lasciano che intere epoche si mescolino nell’istante di un selfie, attraggono come una singolarità gravitazionale gli aneliti della storia e le aspirazioni dei singoli individui che popolano le sue pagine.


Il percorso, seguendo il magnetismo di una urgenza ormai improrogabile, si snoda a partire dalla Liguria, non senza l’antefatto di un adeguato training - non soltanto fisico. L’incredulità, l’incoraggiamento, l’entusiasmo o lo scetticismo di amici e conoscenti giocano al contrappunto con la tensione di polpacci e braccia, la preparazione mentale esegue impeccabile il proprio canone che d’inverso ha gli scherzi della casualità.


Più che gli incontri con le persone, lungo il tragitto, tappa per tappa, a noi che leggiamo, restano impresse le curve, le salite, le discese, gli sterrati e l’asfalto del flusso di coscienza, che in un rincorrersi fantasiologico di rimandi (come direbbe il nostro Giurato Massimo Gerardo Carresendr), si modella sulle ciclabili, sulle strade interdette eppure percorse o sconsigliate ma affrontate, sui promontori e le spiagge, sulle increspature del mare e sui picchi rocciosi, aprendo continuamente passaggi concettuali – di confronto, di memoria, di riflessione – tra il contesto che incornicia la partenza e quanto si incontra invece per strada, tra i titoli e i contenuti dell’attualità e la contemplazione di ciò che dovrebbe essere e non è.


Pedaliamo, leggendo, immersi in un multiverso nel quale i piani del vissuto (reale e cerebrale) ora si compenetrano, ora scorrono paralleli, a volte divergono, se non altro per distrazione. Ma, alla fine, c’è l’imbuto, il ganglio gravitazionale, il polo magnetico attivo sulla frontiera di un mondo che, seppure potrebbe apparire confinato nei libri di storia – o tra i tipi del quotidiano di ieri – vive intorno a e dentro di noi, in quel che ha preparato per l’oggi che respiriamo - che dura il tempo di inalare, ed è già ieri mentre è già domani.

Un’evasione che porta ‘fuori’ da perimetri che neanche si riuscivano a percepire, dalla quale si rientra e ritorna, non (più) prigionieri, ma più liberi.


Tullio il suo viaggio l’ha fatto. A noi seguirne l’esempio. E magari, poi, fare, del viandante che siamo, un ritratto a parole. Parole in bicicletta.


Le illustrazioni di Maria Cristina Marsili: il valore aggiunto.
Maria Cristina, amica di lunga data di Tullio, vincitrice, tra gli altri, del primo premio al concorso internazionale di illustrazione per l’infanzia Europa in cammino (Scarpetta d’oro), aggiunge un ulteriore livello di lettura alla narrazione del cicloviaggio, interpretando le suggestioni del racconto con tratto fine e garbato, in perfetta simbiosi con le parole che snocciolano chilometri su chilometri. La sua leggerezza fa da contraltare alla fatica delle tappe più dure, rendendo lieve il pedalare del suo personaggio anche quando lo ritroviamo in bilico su picchi ripidi, tra la scalata e la discesa. Una simpatica presenza, che scandisce la traversata di Tullio con illustrazioni di una profonda delicatezza, pure racchiusa in un disegno netto. Sarà per quelle rotondità che plasmano ogni tavola, ma a noi sembra che l'accostamento con la bicicletta sia davvero riuscito...


G. C.


Tullio Berlenghi è nato a La Spezia il 27 agosto 1963. Giurista, esperto di diritto ambientale è da sempre impegnato in temi quali la mobilità sostenibile, la tutela delle aree protette, l’economia etica e la tutela dei diritti degli animali. E’ stato portavoce della confederazione di associazioni COMODO, che dal 1998 promuove il recupero delle ferrovie dismesse ad uso turistico. Ha collaborato con l’associazione Sbilanciamoci, che mira ad una riforma strutturale dei conti pubblici in chiave di rispetto dei diritti dell’uomo e dell’ambiente. Dal 1990 segue l’attività parlamentare della Camera dei deputati. Le tematiche maggiormente seguite sono quelle relative alle politiche ambientali, urbanistica, infrastrutture, trasporti e mobilità. Ha elaborato numerose proposte di legge (alcune delle quali diventate legge) in materia ambientale e di mobilità sostenibile. Ha collaborato con la rivista “Ciclismo”, con il mensile “Ecomondo”, con il mensile “Modus Vivendi”, il quotidiano “Terra” e con il periodico “Notizie Verdi”. Ha collaborato inoltre con numerose testate a diffusione locale. Dal 2007 è membro della Giuria del premio internazionale di giornalismo per ragazzi “Giornalisti nell’erba” (http://www.giornalistinellerba.org/). Dal 2013 al 2017 è stato membro del direttivo della FIMA (Federazione italiana media ambientali). Alcune pubblicazioni: 2001, Una catena ci libererà (Atti del convegno); 2005, Come difendersi dagli ambientalisti (saggio con illustrazioni di Sergio Staino); 2007, Movieclub – cento film da ricordare (pubblicazione locale, coautore); 2008, Avanti Pop – I diari del camioncino (edito dal Manifesto, coautore); 2009, Giornalisti nell’erba – Il libro (coautore); 2010 Ci scappa l’acqua – il libro di “Giornalisti nell’erba” (coautore)."

giovedì 23 novembre 2017

Scade il 18 febbraio 2018 il bando de Il Bicicletterario, primo premio letterario al mondo dedicato alla bici



Il 18 settembre 2017 ha preso il via la quarta edizione de Il Bicicletterario - Parole in Bicicletta, l'unico Premio letterario al mondo dedicato alla bicicletta in tutti i suoi aspetti. Un'edizione importante, che segna il superamento della fase più difficile, il traguardo della terza edizione. Tanto più che l'iniziativa ha registrato una continua crescita, raggiungendo ogni angolo d'Italia e superando i confini del Bel Paese più volte. 232, 415, 427: gli autori che hanno partecipato di volta in volta dalla prima - e già fortunata - edizione. L'auspicio è che la tendenza si confermi, che tantissimi altri autori, debuttanti o affermati, si aggiungano al colorato popolo delle due ruote letterarie.

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La formula del Premio resta, a grandi linee, la stessa,  ma ci sono delle belle novità.
Innanzitutto, la partecipazione - come sempre - è totalmente gratuita e aperta a tutti.


Per le sezioni, si riconfermano quelle della passata edizione, e cioè: poesie/adulti, racconti/adulti, miniracconti/adulti, poesie/ragazzi, racconti/ragazzi, poesie/bambini e racconti/bambini; a queste si aggiunge una nuova sezione, generale, senza distinzione di età: quella degli aforismi sulla bicicletta, sviluppati in una manciata di caratteri, un'unica frase o anche due/tre concatenate a formare un periodo di senso compiuto, che siano originali e inediti, come ogni opera ammessa a partecipare. Dalla parola 'aforismi' in poi, qui ad esempio, si contano 220 caratteri. Ed è proprio questo il limite tassativo da rispettare per dipingere un'impressione che sia palesemente legata alla bicicletta.
Questa particolare sezione de Il Bicicletterario ha un suo nome, VelòScriptum: a voi la libera interpretazione. Le frasi originali più belle potrebbero diventare le didascalie di magnifiche cartoline o altro tipo di gadget realizzati in collaborazione tra Il Bicicletterario e il Napoli Bike Festival per promuovere la mobilità sostenibile e l'uso quotidiano della bici.

Si riconferma il premio speciale Parthenobike, sempre in partnership con il Napoli Bike Festival, per tutte le opere che avranno riferimenti sociali, culturali, geografici al capoluogo campano e ai suoi dintorni, le quali in ogni caso parteciperanno alle selezioni per i premi 'istituzionali' contenuti nel bando: una doppia possibilità, quindi.
Discorso del tutto simile per il premio speciale L'Eroica, dedicato agli elaborati ispirati al mondo delle ciclostoriche e del ciclismo d'epoca: saranno anch'esse oggetto di doppia valutazione, grazie al sostegno dell'organizzazione della celeberrima manifestazione.


Ancora, sono stati istituiti ben altri quattro Premi Speciali, frutto di importanti collaborazioni:
- Ciaobici - Cicloturismo e dintorni, rivolto ai racconti di viaggio in bici, in partnership con il sito Ciaobici.it;
- Borracce di Poesia, grazie al supporto dell'omonimo progetto di Alessandro Ricci, ciclopoeta e giornalista, dedicato a componimenti poetici particolarmente brevi;
- Bellelli, con l'appoggio di Bellelli Made in Italy, per opere che tocchino il tema della sicurezza stradale;
- Vesuvian Bikes Award, per autori che abbiano residenza in otto comuni dell'area vesuviana, frutto della sinergia con l’U.C.S.A (Ufficio Unico per la Sostenibilità Ambientale).
Nessuno di questi riconoscimenti speciali esclude tuttavia di concorrere per la classifica generale de Il Bicicletterario: ne trovate i parametri di assegnazione nel Supplemento al Bando Ufficiale, appositamente redatto.


I premi delle sezioni dei bambini e ragazzi presenti nel bando saranno donati invece da Grand Tour, circuito di ciclostoriche e gravel che ha in progetto, con la collaborazione del Co.S.Mo.S., di coinvolgere vari comuni sparsi per l'Italia, da nord a sud, su grandi eventi dedicati alla bicicletta, ponendo l'accento sulla sicurezza stradale e sulla cultura, soprattutto in ambito scolastico.



Riconfermata anche la sezione speciale di Visioni Corte Film Festival per cortometraggi a tema bicicletta, in collaborazione con la Direzione dell'importante manifestazione cinematografica internazionale.


Tutto questo, in forma più tecnica e dettagliata, è ben illustrato nel bando della quarta edizione de Il Bicicletterario
Presidente Onorario:
EMILIO RIGATTI
(scrittore, educatore, cicloviaggiatore)

Madrina:
Rossella Tempesta (poeta)

Membri (in ordine alfabetico):

Alfonso Artone (scrittore)
Alice Basso (scrittrice, editor, blogger)
Alessio Berti (L’Eroica, Grand Tour) 
Gisella Calabrese (direttore artistico Visioni Corte)
Massimo G. Carrese (fantasiologo) 
Giordano Cioli (pubblicista, scrittore)  
Barbara Fiorio (scrittrice, docente scrittura creativa)
Maria Genovese (autrice e conduttrice radiofonica)
Mariateresa Montaruli (giornalista Io Donna, Ladradibiciclette.it) 
Giulietta Pagliaccio (Presidente nazionale FIAB Onlus)
Marco Pastonesi (giornalista sportivo, scrittore)
Fernanda Pessolano (Biblioteca Lucos Cozza , Libri nel Giro)
Guido Rubino (scrittore di biciclette, Cyclinside.it)
Luca Simeone (direttore Napoli Bike Festival) 
Vincenzo Sparagna (direttore rivista Frigidaire)
Elena Stramentinoli (giornalista Presa Diretta Rai 3, Sky)

La scadenza per l'invio delle opere - che devono essere inedite - è fissata improrogabilmente per il 18 febbraio 2018, mentre le premiazioni si terranno nel Comune di Minturno (LT) nei primissimi giorni di giugno 2018, come sempre nell'ambito di una grande festa dedicata alla bicicletta in tutti i suoi aspetti.

Sulle pagine del sito, www.bicicletterario.blogspot.it, è possibile trovare tutte le informazioni a riguardo, la biografia dei giurati, la pagina dedicata agli artisti che quest'anno mettono a disposizione il proprio talento per contribuire a parte del montepremi (Sualzo e Alessia Sagnotti), i saluti inviati da illustri personaggi e tanto altro.

Partecipare è semplice, oltreché gratuito: basta inviare il proprio scritto a bicicletterario@gmail.com (Segreteria del Premio), secondo le indicazioni presenti nel bando e naturalmente entro la data limite. Di tempo ce n'è, ora bisogna soltanto scrivere...
Pedalare, e scrivere, per partecipare all'unico raduno cicloletterario del mondo
Un giro di parole...in bicicletta. 

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IL BICICLETTERARIO - IV EDIZIONE

giovedì 16 novembre 2017

Mammaebici.it: Il Bicicletterario intervista Marsi, giornalista, blogger e mamma a pedali

"Mamma ciclista per hobby, per passione, per comodità, per pigrizia automobilistica (odio guidare la macchina)": così leggiamo sul blog di Marsi, Mammaebici.it - Storie d'amore, viaggi e pedali. Una mamma in bicicletta, dunque, che, utilizzando la scrittura, condivide in rete l'esperienza di questo suo 'status', in una sorta di diario, in cui ogni giorno diventa uno spunto per affrontare gli argomenti che via via emergono dal vissuto. Usava la bici anche prima, certo: la passione per le due ruote a pedali, con l'arrivo del figlio, ha dovuto semplicemente subire alcuni cambiamenti nelle modalità di realizzazione, e, vivendo in città, immaginiamo ci sia stato anche qualche problemino da risolvere. Di questo e di tanto altro, ci parla nelle varie rubriche che compongono il blog, partendo dalle strade della sua Rimini e portandoci in viaggio con lei, alla scoperta di luoghi che, visitati in bici, vedono aumentare il proprio fascino. E poi consigli pratici per portare i propri figli in bicicletta, per muoversi nelle vie cittadine o per scegliere la meta di una vacanza ecosostenibile, con tanto di pareri e opinioni sulle strutture maggiormente 'accoglienti' per chi pedala; e anche dritte su come superare gli ostacoli delle stagioni meno 'gentili'. Insomma, un sito tutto da pedalare, dietro il quale c'è uno stile di vita che dovrebbe ben essere preso ad esempio.
L'amore per la bicicletta la ha inoltre condotta alla collaborazione con www.viagginbici.com, per la rubrica Donne e Bici, e con il blog del Tour Operator per cicloturisti www.verde-natura.it/blog.
Marsi ci ha concesso l'intervista che potete leggere qui di seguito (curata dalla nostra Selene Caldieri), con la quale cerchiamo di conoscerla un po' meglio, e, soprattutto, di farci dire cosa si prova ad essere una mamma in bicicletta.


Ciao, Marzia, e grazie per aver accettato questa intervista: raccontaci un po’ come nasce l’idea di Mamma e Bici

Ho creato il blog dopo la nascita di mio figlio, circa due anni fa. Volevo condividere il mio essere diventata mamma con la passione per la bici che, nemmeno con la maternità, mi ha abbandonata. Anzi, è diventata un modo per regalare a mio figlio una vita più sostenibile e a contatto con la natura, inverno compreso.

Nella tua presentazione, sul blog, descrivi l’andare su due ruote come un modo per cambiare continuamente prospettiva. Ci puoi descrivere un cambio di prospettiva che ti ha particolarmente sorpreso?

In realtà questo cambio di prospettiva è quotidiano. Al mattino, quando esco presto e inforco la bici, i pensieri si riordinano, l’aria fresca mi tonica il cervello e cambia la prospettiva sulle cose da fare. E’ un esercizio quotidiano molto utile.

Tra i vari articoli, quello intitolato La fantasia ha bisogno di tempo, mi ha affascinata molto. Oggi la fretta sembra sia diventata una regola: dobbiamo correre, fisicamente e mentalmente, anche quando non abbiamo una meta definita. Secondo te, la bicicletta potrebbe aiutare a cambiare in noi questo atteggiamento? Insomma, il tempo per stare con noi stessi può essere "tempo a pedali”?

Certo che sì. Quando vado a prendere mio figlio all’asilo, ovviamente in bici, il ritorno è un’occasione per parlare, fermarci al parco se c’è il sole. In macchina la vita urbana è accelerata e sembra che non si abbia mai tempo per nulla. Succede in particolare ai genitori, costantemente alla ricerca di tempo per i loro figli, non ci si rende conto che il vero tempo è “adesso”.

Come cambia l’esperienza turistica passando dal viaggio tradizionale al viaggio con la bicicletta?

Cambia la prospettiva e la percezione delle distanze. Visitare un luogo in bici vuol dire allontanarsi senza faticare, godersi il viaggio mentre lo si fa e non solo per la meta, lasciarsi cullare dagli agenti atmosferici (vento, pioggia, sole) e mettere in moto il proprio fisico, producendo una gran quantità di endorfine. Ovviamente tutto questo in compagnia è ancora meglio!

Nella tua esperienza di percorsi in bici, qual è stata l’esperienza più divertente o inusuale? Qualche avventura dovrai pur raccontarcela!

Da poco ho voluto visitare Parigi con un bike tour. La stessa città che avevo visitato più volte a piedi mi è sembrata diversa e soprattutto "a prova di ciclista". Piste ciclabili, zone pedonali e ampi spazi da attraversare che a piedi sarebbe davvero stancante.

Da mamma multitasking che ha fatto la scelta di pedalare, puoi dirci se hai notato delle differenze, nel rapporto tra te e tuo figlio e in tuo figlio, che collegheresti all'uso che fai della bicicletta? Magari anche rispetto alla relazione che noti tra figli e genitori “non a pedali”…

Il mio bimbo è abituato alla bici da quando aveva pochi mesi. Diciamo che ha una certa dimestichezza con il mezzo, agilità di movimento e senso del pericolo. E, soprattutto, è abituato a stare all’aperto. Anche in inverno. La bici ci consente di godere appieno della stagione invernale, cosa non scontata per molti bimbi che vivono in città, molti dei quali trasportati in auto da casa all’asilo, dall’asilo ai nonni, dai nonni all’attività, dall’attività a casa. Risultato? Bimbi ultrastressati che non hanno visto uno spiraglio d'aria...

Ho sempre pensato che la nostra identità personale sia anche legata agli spazi in cui viviamo e interagiamo. Può la bicicletta essere considerato un modo per riscoprire e riappropriarsi dei propri spazi?

Le macchine, parlo di Rimini, tendono a invaderla. Qualche genitore - se potesse - parcheggerebbe l’auto dentro la scuola. Fortunatamente, però, questa città negli ultimi anni sta portando avanti progetti di mobilità sostenibile e quindi molti spazi sono tornati ai pedoni e ai ciclisti. Ma credo che ci voglia ancora molto tempo e soprattutto un cambio culturale radicale.

Quali sono i valori, gli ideali, che colleghi immediatamente alla bicicletta?

Libertà, resilienza, pazienza e una maggiore sensibilità verso l’ambiente.

Possiamo considerare la bicicletta anche come uno strumento educativo per i più piccoli?

Dovrebbe essere considerato tale, in quanto aiuta i più piccoli ad avvicinarsi al senso di movimento ed equilibrio, di sacrificio e fatica. Ma anche al divertimento. E poi c'è, non ultima, l’autonomia… se pensiamo che è il primo mezzo con cui i bimbi esercitano la loro indipendenza!

Tu sei una mamma che pedala e scrive un bel blog ricco di tante cose - informazioni, esperienze, e altro. Quale collegamento esiste secondo te tra la bicicletta e la scrittura?

La scrittura, come la bici, richiede il suo tempo. E mal si abbina a questi tempi accelerati dove tutto viene consumato in poco tempo. Questo binomio mi fa pensare a quello che c’è tra i veri viaggiatori e il taccuino: non potrebbero mai farne a meno.

Dacci cinque motivi per cui inviti i lettori pedalare.

Fa dimagrire gratuitamente (e mai come ora se ne sente il bisogno); si colntribuisce a diminuire il livello di inquinamento; si coprono le distanze in minor tempo (specie in città di media grandezza); si pensa molto meglio; infine, non si ha l’ansia di semafori e parcheggi (e non è poco!).

E ora altri cinque per...pedalare nel tuo blog.

Per scoprire una realtà probabilmente un po'diversa dalla propria: quella di una mamma in bici; per leggere consigli su come viaggiare in bici e non solo con dei bimbi; per scoprire tante mete di viaggio slow e green a prova di bimbo; perché tutto quello che pubblico è sincero, una sorta di diario personale in cui molti potranno ritrovarsi; e poi... perché no? 

E ora veniamo a noi! Senza timori e senza freni: come sei venuta a conoscenza de Il Bicicletterario e cosa pensi di questo concorso?

In realtà l’ho conosciuto per caso, navigando. E subito mi ha incuriosito l’idea che ci potesse essere un premio letterario legato alla bici. Ho pensato: “Insomma, la strana non sono soltanto  io!”.

Perché le persone dovrebbero parteciparvi? A parte i premi ovviamente.

Perché è un modo per mettersi alla prova (se amanti della scrittura) e affrontare un tema che non è mai scontato. Si potrebbero fare edizioni su edizioni e sono convinta che ne verrebbe sempre fuori qualcosa di nuovo.

E tu parteciperai con un tuo scritto? Per i premi chiaramente!

Posso farlo! Trovare l’ispirazione giusta…

Ultima domanda, ma non per importanza: le rotelle alla bici del tuo bimbo, le abbiamo tolte?

Ah, questa è bella! Siamo alla prese con la pedalata urbana, ovvero non mettere sotto i pedoni ogni tre per due. E non è così semplice. Per le rotelle aspetterei qualche altro mese: incrociamo le dita!

Be', ci farai sapere! Salutiamo Marsi, gentilissima e disponibile, dando a voi tutti appuntamento sul suo blog: potrebbe essere - oltre tutto - una fonte di ispirazione per le vostrre 'parole in bicicletta'. Le aspettiamo, all'indirizzo bicicletterario@gmail.com, magari giungeranno da altre mamme in bici!


Selene Caldieri