Pemio Nazionale di Poesia e Narrativa dedicato alla Bicicletta e al suo mondo

venerdì 23 dicembre 2016

A tu per tu con Manuela Salvi, brillante e simpatica scrittrice per ragazzi - L'intervista per Il Bicicletterario

Chi segue Il Bicicletterario conosce già il rapporto di simpatia e stima che ci lega a questa apprezzata scrittrice di letteratura per ragazzi. Per la scorsa edizione, Manuela Salvi ha fatto dono alla nostra antologia di un bel racconto, dal titolo "Il diario della bicicletta" e magari, nel corso della chiacchierata scopriremo se avremo il piacere di ricevere un suo nuovo inedito per la terza edizione del Premio...

Siamo orgogliosi di annoverarla tra i nostri sostenitori, e, avendo avuto la fortuna di conoscerla personalmente, desideravamo condividere l'incontro con tutti voi. Niente affatto seriosa, ma molto seria nell'approccio con ogni sua attività, colpisce per il suo sorriso, spontaneo, contagioso, pronto a trasformarsi in una coinvolgente risata non appena se ne presenti l'occasione.

I giovani personaggi dei suoi romanzi spesso si trovano a dover operare delle scelte importanti, mettendo il lettore nella condizione interrogarsi insieme a loro sulla decisione da prendere, in un percorso di formazione che non si limita alla semplice fruizione estetica del testo. Dallo scherzo all'ironia alla trattazione di temi scottanti, Manuela si muove - nella vita come nella scrittura - proprio come una bicicletta: mettendo insieme l'apparente precarietà sbarazzina della giovinezza e la profondità di un equilibrio in continuo divenire.

I suoi libri sono pubblicati da importanti editori in diversi Paesi e, proprio di recente, ha raggiunto l'encomiabile traguardo di vedere un suo romanzo  pubblicato nel Regno Unito, avendolo tradotto personalmente - senza le censure imposte nel Belpaese, grazie all'editore The Bucket List - in lingua inglese: non è certo da tutti.

Lasciamo ora a lei la parola, ché di parole (e di significati) se ne intende!

 

Ciao, Manuela. Di te abbiamo ricordi che ti ritraggono sempre sorridente, nei nostri incontri. Parliamo dunque di questo, come prima cosa, se ti va: ti capita spesso di sorridere e ridere nella vita?

Eh si. Anche quando sono in un momento brutto della vita, sono come i bambini: mi basta poco per sorridere. E per quanto riguarda la mia risata, è ormai leggendaria perché solitamente udibile a molti chilometri di distanza. Credo che questa attitudine me l’abbia trasmessa la mia famiglia (formata da parenti e non) in cui circolano parecchi individui che hanno fatto dell’ironia e della battuta la propria arma per superare le difficoltà.

E ora la scrittura: come ha conquistato il posto che ha nella tua biografia?

La scrittura mi è sempre sembrato il mezzo più efficace per cambiare il mondo. E la scrittura per lettori giovani è la massima espressione di questo concetto, perché veicola valori e significati a un pubblico ancora in formazione. Quando ho dovuto decidere cosa fare da grande, dopo aver preso una laurea in grafica all’ISIA di Urbino, l’editoria per ragazzi mi è sembrato il posto giusto per me perché univa la mia voglia di inventare storie a quella di contribuire a migliorare la società parlando di diversità, rispetto e coraggio.

Ecco, hai anticipato in qualche modo una delle domande che volevamo porti: c’è un collegamento tra grafica e scrittura?

A molti la mia sterzata drastica dalla grafica alla scrittura è sembrata strana. In realtà tutte le arti hanno qualcosa che le accomuna, e cioè la necessità di progettazione. A volte si pensa che dipingere, scrivere, creare un video siano il frutto di ispirazione e talento, invece io credo che la progettazione sia l’aspetto fondamentale. Aver studiato grafica mi ha permesso di lavorare su questo, e su come sia importante che ogni idea abbia un concept forte a sostenerla, e di imparare poi come si fa un libro, dalla stampa all’impaginazione, dalle illustrazioni alla grafica. Direi che è un connubio interessante, dà una marcia in più.

Letteratura per ragazzi: è stata quindi una ‘scelta’ naturale?

Sì, io il mondo degli adulti stento a capirlo. L’adulto è spesso in cerca di certezze, arroccato sulle proprie convinzioni per paura di cambiare, mentre i ragazzi sono materia viva, sempre in mutazione, sempre alla ricerca della propria identità e di risposte alle loro domande. O almeno così li vedo io. E io gli assomiglio molto anche adesso, alla veneranda età di 41 anni.

Quanto – e perché – la pratica della lettura è importante per le nuove generazioni?

A questa domanda si rischia sempre di rispondere con tante banalità. Io consiglio la lettura del libro L’istinto di narrare” di Jonathan Gottschall, in cui si evidenzia il fatto che siamo tutti narratori e che assorbiamo narrazioni di continuo. Dai videogiochi alla religione che ci viene insegnata sotto forma di storie, siamo allenati fin da bambini a ragionare in termini narrativi. Ma dovremmo fermarci a considerare che ognuno di noi scriverà almeno una storia originale: quella della propria vita. È per questo che la lettura è importante, perché allena la nostra immaginazione e ci consente di vedere soluzioni e alternative che sembrerebbero altrimenti impossibili. Leggendo impariamo che le difficoltà sono opportunità, impariamo a risolvere i problemi come sfide, e diventiamo più coraggiosi.

E la scrittura? Non necessariamente creativa…

Nella nostra società si scrive molto di più rispetto al passato: i social, i gruppi di whatsapp, le email. Passiamo gran parte del nostro tempo a digitare parole e questo vale ancora di più per i ragazzi, che spesso si nascondono dietro questi strumenti per sfogare timidezze o aggressività.
Io più che di scrittura in termini generici parlerei allora di “buona scrittura” e di “galateo della scrittura”, per restituire alla parola scritta quello status di mezzo di riflessione per eccellenza. Scrivere significa scegliere le parole per veicolare un messaggio a qualcuno (o a se stessi, se si tratta di un diario) ma spesso nella nostra società manca proprio un tempo di riflessione necessario per compiere questa scelta, perché fare click su “INVIA” è un gesto troppo rapido. Così le parole diventano pietre grezze, fango, scatole vuote, a seconda del contesto. E nascono gli hater sui social e dilaga il cyberbullismo tra i ragazzi e i gruppi di adulti su whatsapp diventano luoghi per sfogare gli istinti più bassi. La parola è diventata merce di consumo come tutto il resto. Non vale niente, è usa e getta.
La mia opinione su questa tendenza è molto precisa. Se fossi io a decidere, nelle scuole ci sarebbero molte ore dedicate all’arte della comunicazione attraverso le “nuove” tecnologie, eliminando materie che non hanno più ragione di esistere. Credo che manchi un’educazione di base sul valore della parola scritta e che questo favorisca la povertà di contenuti e di pensiero.

La tua ultima ‘creatura’ editoriale si sviluppa, in ogni sua fase, in un contesto linguistico ‘straniero’. Ci piacerebbe che ci descrivessi questa esperienza…

Difficile da descrivere in poche righe. Come tutti i cervelli in fuga – parziale o totale – sono estremamente orgogliosa della sfida che ho vinto ma allo stesso tempo molto amareggiata per la delusione di dover portare le mie idee e la mia scrittura altrove, in un contesto meno bigotto e censorio.
Questo sentimento ambivalente caratterizza ormai la mia vita. Diventi straniero ovunque, sia nel tuo Paese che nel Paese ospite. La tua identità si complica e anche fare delle scelte ha un peso e un prezzo molto diverso. Però ti arricchisci e cresci in un modo che non avresti nemmeno immaginato.


Ti viene chiesto di auto-promuoverti con uno slogan: quale sceglieresti?

Manuela Salvi. E le mezze misure vanno in vacanza.

Azzeccatissimo, diremmo! Vuoi raccontare a chi ci legge come è avvenuto il tuo incontro con Il Bicicletterario?

Ricordo in particolare un individuo che mi tampinava su Facebook, qualche tempo fa, perché scrivessi un racconto da includere nell’antologia del concorso... Scherzi a parte, un mio collega (Roberto Piumini) aveva partecipato a un’edizione e me ne aveva parlato in termini positivi, perciò quando sono stata contattata non ho esitato a dare la mia disponibilità, anche perché il tema è originale.

Pregi e difetti di questo Premio Letterario? Senza peli sulla… penna (non c'è bisogno di chiederlo)!

Il pregio principale è l’entusiasmo e la professionalità di chi lo organizza. Si sente la cura, la passione, il coinvolgimento e il dispendio di energie e risorse. Questo secondo me regala alla nostra comunità un momento di aggregazione e di cultura, oltre a esporre un argomento importante con cui molte città fanno i conti.
Difetti? Come al solito penso che nel nostro Paese ci si affidi troppo alla passione dei singoli e che le amministrazioni facciano troppo poco per sostenere queste attività spontanee che portano comunque valore aggiunto al territorio. Sarebbe bello che, dimostrata l’efficienza e la qualità, certe iniziative diventassero istituzionali e fossero protette a prescindere da chi occupa la poltrona in quel momento.

Ti siamo grati per le belle parole che spendi per noi, sperando di riuscire sempre a meritarle, e ci permettiamo di condividere appieno la riflessione riguardo le istituzioni. Quindi, se dovessi dare ai nostri lettori e simpatizzanti, o a chiunque, un motivo per partecipare?

Per chi scrive, il tema è stimolante e molto ricco di spunti. Lo scorso anno ho usato la bicicletta come una compagna silenziosa per due ragazzi che crescono all’interno di un’amicizia che si rivela complicata. La bicicletta si presta davvero a centinaia di interpretazioni diverse. Basti pensare a quante storie ha ispirato nel corso del tempo e quanto sia sempre stata il simbolo di qualcosa di più grande: “Ladri di Biciclette”, “La bicicletta verde”, “Appuntamento a Belleville”, per citare alcuni film, ma anche la mitica bicicletta su cui viene trasportato E.T. e che si staglia sull’ormai leggendario sfondo della luna.

...E le centinaia di opere che hanno partecipato a Il Bicicletterario, vorremmo aggiungere! Tra queste, il tuo racconto breve, "Il diario della bicicletta" inserito nell’antologia 2016, "Ruote tra le righe" (ne pubblichiamo l'incipit a fine intervista, n.d.r.). Avremo il piacere di leggerne uno nuovo per la terza edizione?

Una domanda disinteressata a cui rispondo che sono interessata a far parte della terza edizione. La bicicletta come simbolo di libertà infantile potrebbe essere il mio tema...

Disinteressatamente, non vediamo l'ora di poterlo leggere! Bicicletta e libertà sono due parole spesso associate - come abbiamo sperimentato in innumerevoli casi - nell'immaginario delle persone. Altre parole e temi importanti vanno spesso in 'tandem' con la bici, e questo ci porta alla domanda successiva: la bicicletta nel mondo, oggi: perché?

Forse non c’è un’unica risposta a questa domanda. La mia potrebbe essere che in un mondo sempre più connesso virtualmente e sempre meno “con i piedi per terra”, la bicicletta è una di quelle cose che ci riconnette con la parte più naturale di noi stessi, legata all’aria aperta, al movimento, all’avventura. Personalmente quando visito una città nuova, in vacanza, la prima cosa che faccio è utilizzare il bike sharing per esplorarla a “volo d’angelo”, macinando chilometri e scorci senza dover dipendere dai mezzi pubblici e senza dover arrancare a piedi su strade sconosciute. La bicicletta permette deviazioni inaspettate, percorsi alternativi e meravigliose discese libere.

Verissimo: non è casuale che attorno alla bici si sia sviluppato, negli ultimi due decenni, tutto un modo di intendere la vita che mira a unire il ritorno alla 'naturalità' con un'idea di sviluppo alternativo a quello ovunque proposto alle masse, la cosiddetta 'ciclosofia'. Avremmo davvero voglia di continuare con te a parlare di questo, e di molto altro, per cui, ci prenotiamo per un'altra chiacchiarata, chiedendoti, per chiudere questa, una frase che ti possa descrivere…

Quella del mio profilo Facebook, tratta dal libro Olivia” di Ian Falconer:
"La sua specialità è sfinire tutti, compresa se stessa." 



Il diario della bicicletta
(incipit - dall'antologia de Il Bicicletterario 2016, 'Ruote tra le righe')
L’avrò percorsa con la bici due milioni di volte.
Parte da vicino casa mia, si snoda per dieci chilometri lungo la costa, e muore davanti alla stazione. È battuta dal vento d’inverno, dal sole d’estate, e sempre ci trovi la sabbia caduta dai piedi di chi è stato in spiaggia, dai cani dal pelo arruffato, dai secchielli dei bambini.
Quando i lidi chiudono, sono le tempeste a portare la sabbia, a raffiche.
C’è stata una specie di tempesta anche il giorno in cui ho stracciato il Diario della Bicicletta e ho sbattuto la porta in faccia a Louis.
Louis viene solo d’estate, arriva con le ginestre e va via con il libeccio. Viene dal nord, e ha questo nome che mi è sempre sembrato un po’ scemo.
Perché non poteva chiamarsi come tutti, un normale Giuseppe, Marco, Tommaso?
No, lui è Louis, il figlio del deputato, e ha quell’accento con le “e” strette che ti dà ai nervi.

Ringraziando Manuela Salvi per questo scambio di vedute, ve ne proposiano una biografia affidandoci alle sue stesse parole, come ci giungono dalla pagina biografica del suo sito ufficiale:

"Sono nata nel 1975, un’eccellente annata. C’erano i cartoni giapponesi, letteratura per ragazzi sovversiva e gelati alla fragola a forma di piede.
La scuola mi annoiava a morte ma amavo leggere. E scrivevo un sacco di storie, quasi tutte su ragazzine ottocentesche che passano molti guai dopo la morte dei genitori.
Ero brava anche a disegnare. Per questo ho studiato illustrazione e grafica all’università. Dopo la laurea pensai di andare a cercare lavoro a Londra, ma un giorno visitai una mostra sugli scrittori inglesi per ragazzi. In una teca in vetro antiproiettile c’erano esposti gli appunti di Harry Potter di J.K.Rowling e in quel momento pensai: “Voglio finire anch’io in una teca come quella.” Ecco come iniziò la mia trasformazione da graphic designer a scrittrice per ragazzi.
Strano a dirsi, più cresco e più mi piace studiare. Deve essere una specie di malattia. Nel 2013, a 38 anni, mi misi persino in testa di fare un master in letteratura per ragazzi in Inghilterra. Mi iscrissi alla Roehampton University di Londra e anche se l’inglese non è la mia prima lingua (dovreste sentire la mia pronuncia!) arrivai fino in fondo. Presi un voto altissimo per la mia tesi su censura e biiip* nell’editoria per ragazzi occidentale.
Ero molto molto molto molto (all’infinito) orgogliosa di me stessa.
E adesso c’è ancora il futuro. Cosa diventerò nei prossimi anni? Quanti altri libri scriverò? Continuerò a tingermi i capelli di fucsia o sceglierò un colore più sobrio, tipo il blu o il verde?
Chi lo sa."

Dal sito della Mondadori (è collaboratrice della nota casa editrice):


Ha conseguito la laurea all'ISIA di Urbino, una delle più prestigiose scuole di grafica e comunicazione.
Ha spedito il suo primo romanzo per ragazzi, di ben ventuno pagine, a un'importante casa editrice quando aveva solo dodici anni e conserva ancora la lettera incoraggiante che le inviarono come risposta.
La sua carriera di scrittrice è iniziata molti anni e molti mestieri più tardi, quando ha cominciato a scrivere romanzi per ragazzi dopo un'esperienza di insegnamento nella scuola superiore. Di recente ha frequentato il corso di sceneggiatura RAI-Script.
Per Mondadori ha già pubblicato il romanzo per young adults E sarà bello morire insieme. 


Ha pubblicato albi e romanzi in Italia (Orecchio Acerbo, Fatatrac, Sinnos, Lineadaria, Lavieri, Mondadori) e in Francia (Sarbacane); oltre ad occuparsi di letteratura infantile, lavora come copywriter freelance e ha scritto testi per campagne pubblicitarie, siti internet, spot radiofonici.  Al momento è impegnata in un dottorato e in vari progetti editoriali in Inghilterra.

lunedì 12 dicembre 2016

Nasce Cicloparole, un progetto culturale di CycloPride Italia e Il Bicicletterario



Clicca qui per accedere a Cicloparole
Una nuova iniziativa, frutto della collaborazione avviata tra CycloPride Italia e il Co.S.Mo.S. (nello specifico con lo staff organizzativo de Il Bicicletterario: Cicloparole, un progetto comune che si propone di contribuire a diffondere la cultura della bicicletta e della mobilità sostenibile in Italia, nonché la lettura e la scrittura creativa in quanto pratiche di ‘lentezza’ virtuosa, unendo le forze per arricchire i valori e i contenuti della mobilità ciclistica con l’elemento letterario, tanto lirico che narrativo.
Il successo ormai consolidato de Il Bicicletterario, manifestazione che appena alla sua seconda edizione ha visto crescere interesse e partecipazione in modo notevole, ha convinto CycloPride Italia a valorizzare ulteriormente i contenuti poetici e narrativi del Premio, chiedendo alla direzione dello stesso di poterli donare, previo consenso degli autori, ai propri soci e sostenitori.

A partire da dicembre 2016, dunque, chiunque si iscriva all’associazione CycloPride Italia, o semplicemente si registri sul sito web www.cyclopride.it per ricevere la newsletter, avrà dalla propria casella mail la possibilità di scaricare in regalo i componimenti originali delle passate edizioni de Il Bicicletterario, in impaginati creati appositamente. CycloPride Italia rende inoltre disponibile sul proprio sito web una pagina dedicata al progetto (http://cyclopride.it/cicloparole-cultura-che-pedala/) con le informazioni e gli autori aderenti.

L’avvicendamento dei diversi componimenti è quindicinale; a ogni rinnovo, sarà pubblicato un articolo con un breve lancio del testo, un profilo dell’autore e la sua fotografia. I social media de Il Bicicletterario e di CycloPride Italia promuoveranno le diverse uscite tramite l’hashtag #cicloparole.

“Abbiamo voluto appoggiare Il Bicicletterario e chi scrive di bicicletta per sostenere chi pedala ogni giorno”, ha detto il presidente di CycloPride Italia APS, Ercole Giammarco. “CycloPride Italia è felice della partnership con un premio unico nel mondo della sostenibilità”.



“La proposta di CycloPride Italia ci ha trovati subito entusiasti di questa collaborazione – ha affermato Elena Lepone, responsabile relazioni esterne per Co.S.Mo.S. e Il Bicicletterario - attraverso la quale possiamo ancor meglio perseguire i nostri scopi a favore della mobilità sostenibile e dare maggiore visibilità agli autori che hanno contribuito con le proprie opere a dar vita a Il Bicicletterario”.

Si parte quindi, sul sito di CycloPride Italia, con la prima opera ed il profilo della relativa autrice: "Francis, l'uomo delle bolle di sapone" di Isabella Borghese, scrittrice, giornalista e blogger, che quest'anno è anche giurata de Il Bicicletterario.

Il Co.S.Mo.S. e CycloPride Italia colgono l’occasione per ricordare che è attualmente in corso la III edizione de Il Bicicletterario, Premio letterario per inediti (poesie e racconti brevi) a tema bicicletta, a iscrizione gratuita (per tutte le informazioni: www.bicicletterario.blogspot.it). La scadenza del bando è fissata per il 20 gennaio 2017. Invitiamo pertanto tutti a partecipare con una propria opera in prosa o in versi: potrebbe essere selezionata dalla prestigiosa giuria del premio e contribuire magari ad arricchire la biblioteca di Cicloparole.


Per info e richieste [contatti CycloPride: info@cyclopride.it]
bicicletterario@gmail.comcosmosminturno@gmail.com

CycloPride Italia è l’Associazione di Promozione Sociale nazionale che difende e promuove il ciclismo feriale: dal lunedì al venerdì, per intenderci. La APS promuove uno spazio pubblico condiviso e non esclusivo, una mobilità sia individuale che collettiva migliore e più efficiente, città più sane e vivibili, con l’uso quotidiano della bicicletta al centro di un nuovo stile di vita. 


lunedì 5 dicembre 2016

Arriva Scattofisso 2017, seconda edizione del Premio Fotografico a tema 'bici e letteratura'











Parte la II edizione di SCATTOFISSO, Premio Internazionale di Fotografia a tema 'bicicletta e letteratura', abbinato a Il Bicicletterario.
Scadenza: 15 Aprile 2017

INTERNATIONAL PHOTOGRAPHY AWARD
Theme of the competition: ‘bicycle and literature’
Deadline: April 15, 2017




'Se esistessero oggetti poetici, la bicicletta sarebbe uno di quelli', afferma Roberto Piumini, poeta e scrittore, nel suo saluto a Il Bicicletterario.


SCATTOFISSO si propone di raccogliere le interpretazioni fotografiche di questa suggestione, in una sorta di appello allo spirito d'osservazione, alla fantasia, all'estro compositivo di fotografi e aspiranti tali, per portare un omaggio per immagini al nostro amato velocipede e alla scrittura.

Vi invitiamo dunque a cimentarvi sul tema 'bicicletta e letteratura', armati del vostro gusto personale e della fidata fotocamera, chiedendovi soltanto di non utilizzare fotomontaggi o giustapposizioni con elementi grafici estranei alla fotografia, per un risultato il più naturale possibile.
Potrete andare in giro nel tentativo di cogliere l'inquadratura fortunata, o organizzare un vostro set ad hoc attraverso il quale realizzare lo scatto immaginato: altri limiti non ne avete.

Il risultato della vostra 'ricerca' dovrà essere inviato, stampato su carta fotografica in formato cm 40x30 (con sviluppo orizzontale, ricordate!) all'indirizzo:

Image Studio, Via Appia 1222, 04026 Marina di Minturno (LT) ITALY

entro la mezzanotte del 15 aprile 2017; in alternativa è possibile delegare la stampa a Image Studio, dietro corrispettivo del costo relativo, secondo le modalità indicate nel bando di SCATTOFISSO II edizioneLa partecipazione è assolutamente gratuita: non è richiesta alcuna quota di iscrizione.



"Librociclando" - Valeria De Riso


Alle quattro fotografie selezionate dai qualificatissimi giudici FIOF - Fondo Internazionale per la Fotografia saranno assegnati i premi e i riconoscimenti indicati nel bando medesimo e gli autori vedranno la loro opera comparire sul calendario ufficiale de Il Bicicletterario che sarà dato alle stampe per l'anno 2018.
Ovviamente, restare 'sul tema' è necessario per avere la possibilità di essere selezionati dalla giuria.



"Contro la velocità" - Anna Di Raimo
La premiazione avverrà nell'ambito della manifestazione 'Il Bicicletterario in Festa', nei primissimi giorni di giugno 2017.

Vi sembra difficile? Non lo è: alla prima edizione in tanti hanno partecipato, ognuno con la propria visione del tema. E' la dimostrazione che si può!




      "Mete lontane su due ruote" - Pietro Saran
SCATTOFISSO è un'iniziativa del Co.S.Mo.S. - Comitato Spontaneo Mobilità Sostenibile
organizzata con il patrocinio di:

- ANCI Lazio
- Comune di Minturno LT
- FIOF - Fondo Internazionale per la Fotografia






"Sta' a sentire" - Noemi Feldtkeller
Scattofisso - evento su facebook

In questa pagina sono mostrate le quattro fotografie selezionate dai giudici FIOF come vincitrici della I edizione di SCATTOFISSO