Pemio Nazionale di Poesia e Narrativa dedicato alla Bicicletta e al suo mondo

L'attrice e scrittrice Veruska Menna saluta Il Bicicletterario - IV Edizione

Attrice e insegnante di dizione, Veruska Menna è anche scrittrice seduttiva ed empatica, che fonde il ritmo del teatro di prosa con la forza del linguaggio contemporaneo.
Pur essendo la sua vera anima il teatro, attribuisce alla scrittura una funzione quasi catartica. Sarà per questo che il suo linguaggio ci giunge forte, colorito, spesso anche duro: nell'affrontare temi che possiamo tranquillamente catalogare come grossi tabù per la società, ne rivendica l'appartenenza al vissuto, portando alla ribalta della coscienza quanto dai più ne viene emarginato: come la questione delle vittime della strada, cui  restituisce voce attraverso i personaggi di Flaminia (Rapsodia edizioni, 2016), raccolta di racconti costruiti proprio intorno a questo argomento. 
Emblematico che le sue tre attività principali abbiano a che fare con l'uso della parola, che può farsi anche difficile - nel trattare l'innominabile -, vero - proprio in quanto ne tratta -, necessario - perché pochi lo fanno. Nel riportare il linguaggio alla vita, Veruska ci aiuta ad indagarne i valori e la fragilità. Risveglia la nostra attenzione sulla cura che ad essa bisogna dedicare, sul rispetto che è doveroso tributarle.
Veruska Menna - reading Flaminia - Il Bicicletterario in Festa
Nei giorni de Il Bicicletterario in Festa 2017, ha regalato ad un pubblico scopertosi molto coinvolto i suoi particolarissimi reading/performance di alcuni testi di Flaminia.
E' anche autrice di un inedito per Il Bicicletterario, dal titolo Nei giorni di libeccio (pubblicato sull'antologia della III edizione, La penna e la bici), in cui - forse ispirata dall'umanità dell'oggetto co-protagonista, vira verso orizzonti più speranzosi, o meglio, possibili e auspicabili: in definitiva, da coltivare. La strada, questa volta, è quella verso la conoscenza di se stessi, attraverso le emozioni (traumatiche o piacevoli che siano) che ci fanno crescere.


Per la quarta edizione de Il Bicicletterario, ci ha inviato queste sue - di nuovo - parole, che riconoscenti condividiamo con tutti voi.


Quando gli organizzatori mi hanno chiesto di scrivere qualcosa a tema bicicletta per la terza edizione de Il Bicicletterario mi sono sentita al tempo stesso onorata e inadeguata. “Non so niente di bicicletta, non pedalo da quando ero in prima media, mica lo so se sono capace.”

Dopo qualche giorno però, inizia a venirmi in mente una storia, il protagonista è Mattia, un giovanissimo che guarda al mondo con l'attenzione e la sensibilità dei poeti. Scrivo, invio e vediamo come va.

Il racconto piace, entra a far parte de "La penna e la bici", la terza raccolta antologica di questo particolare premio letterario, pensato e cresciuto come un sogno coltivato con costanza fatica e grande dedizione. Come si fa con i grandi amori.

Ne sono molto orgogliosa.

Qualche settimana dopo sono su un palco a pochi passi dal mare, a dar voce alle poesie e ai racconti di autori venuti da ogni parte d'Italia e anche dall'estero, ed è come entrare a far parte di una grande, allegra, accogliente famiglia, in cui ognuno porta il suo mondo e il suo modo di vivere la bicicletta. Leggo storie che fanno sorridere, altre che commuovono. Sono vite reali o inventate ma sempre raccontate con l'attenzione e la sensibilità dei poeti. Proprio come il mio Mattia, inventato una sera di primavera alla mia scrivania sui tetti di Roma.







Chi è Flaminia? Oppure: che cos'è Flaminia? Una donna, o una strada. O entrambe.
Una via consolare, che trasuda storia. E storie. Le storie di milioni di anime che l'hanno percorsa, nel corso di due millenni. Storie sovrapposte, stratificate, sedimentate.
Una donna che - folgorata da una foto, proprio sul ciglio di quella via - diventa la voce di alcune di quelle anime. Quelle sottratte all'esistenza mentre la percorrevano. Quelle su cui si è chiuso il sipario per sempre, quando ancora il pubblico - il mondo, la storia -  attendeva le scene a venire. Quelle radiate dalla compagnia senza una apparente motivazione.
Flaminia indaga quell'attimo. Ne sonda la tragica densità, che, come un buco nero, risucchia in sé tutto il prima: la materia dell'esistenza, fatta non soltanto di materia. E mentre le ragioni della vita sembrano dividersi e moltiplicarsi in innumerevoli rivoli pulsanti lungo il corso di anni e decenni - nelle esperienze, nelle emozioni, nelle aspirazioni, nei sentimenti, nei sogni - il motivo della fine pare concentrarsi nell'attimo infinitesimale, che la sofferenza ci suggerisce essere ambasciatore di un destino imperscrutabile, quando non cinico e crudele. 
Ma l'indagine di Flaminia aggiunge indizi, e prove. Il caso non è colpevole. Se mai è inconsapevole complice delle distrazioni umane, della leggerezza, dell'assenza di rispetto. Per gli altri, per sé. In una parola: per la vita stessa. 
E' questo il tabù che Flaminia rivela, affronta, attacca, straccia. Quando leggiamo tra i titoli di un quotidiano 'strada killer: distrutta famiglia in un incidente', eccoci a tacere, insieme al redattore e al titolista, le vere ragioni del dolore, di quel dolore. Le ricacciamo nell'impersonale, che, a riprova dell'assurdità di taluni comportamenti umani è, in questo caso, inanimato, innocuo, inerme, perfettamente neutro nei riguardi del nostro agire.
Dodici racconti, dodici storie. Dodici timbri di voce, dodici registri di vita. Tutti in Flaminia.  Tutti esposti sul palcoscenico della letteratura - e del teatro - come un'orchestra che appare macabra soltanto per quel che ci rende manifesto e ormai ineludibile. 
Ogni testo ci parla a suo modo, eppure sembra di ascoltare un coro in cui ogni singola partitura è perfettamente riconoscibile, isolabile, intellegibile. Forte e chiara. Come l'urlo finale dell'anonima carnefice di Hussein, che, d'ora in poi - da Flaminia in poi -, ad ogni tragedia sulla strada, per ogni vita spezzata,  ci farà gridare con lei "Sono morta anch'io".


IL BICICLETTERARIO - IV EDIZIONE


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