Un'edizione speciale, quella de Il Bicicletterario 2019/2020, la sesta. E un ingresso speciale nella già prestigiosa Giuria che quest'anno valuterà i migliori di sempre delle categorie relative agli adulti: siamo onorati e felici di dare il benvenuto a Carlo Delfino, un personaggio davvero molto noto nel mondo del ciclismo, soprattutto sportivo, e tra gli appassionati del ciclismo d'epoca, quello 'eroico', come amiamo tutti definirlo.
Di professione fa il medico ma è entrato anche nell’organizzazione degli arrivi locali del Giro d’Italia per le edizioni 1997, 2002 e 2005, nonché di Giro della Liguria, Tour Donne, sette edizioni della Varazze-Sanremo di Coppa del Mondo, Giro delle Regioni, Campionato Italiano Femminile, GiroRosa e altro ancora.
Di professione fa il medico ma è entrato anche nell’organizzazione degli arrivi locali del Giro d’Italia per le edizioni 1997, 2002 e 2005, nonché di Giro della Liguria, Tour Donne, sette edizioni della Varazze-Sanremo di Coppa del Mondo, Giro delle Regioni, Campionato Italiano Femminile, GiroRosa e altro ancora.
Nella Gaiole in Chianti de L’Eroica, ha trovato il tempo di appassionarsi alla storia della bicicletta dando alla luce una dozzina di libri sul Ciclismo Eroico e sulla leggenda dei pionieri della strada e della pista. Le sue pubblicazioni, portate a termine con un certosino lavoro di ricerca, ci hanno consegnato resoconti di epoche, personaggi, corse e specifici episodi, raccontati con intensa passione: un contributo originale al mondo del ciclismo e della bicicletta, in termini di argomenti e immagini d’epoca. Ha collaborato con Stagi, Gregori, Secondino, Pastonesi, Bulfon, Gianni Rossi, Bulbarelli, Rubbi, Brocci, Rovati, Castelnovi, Beppe Conti, Zanenga, Gino Bailo, Petrucci e altri a rievocazioni storiche e pubblicazioni tra cui il prestigioso Calendario di Fausto Coppi. Tra i diversi libri dati alle stampe, ricordiamo Coppi in Riviera ( Grafica D G S., 2002), Cicloeroi. 1891-1914. I pionieri del ciclismo: fatti, episodi, personaggi e fotografie di un’epoca (Collana lL’Eroica, Nuova Immagine Editrice, 2010), I forzati della strada hanno fame - L’alimentazione nel ciclismo eroico. Miti ed evidenze (scritto a quattro mani con Mario Cionfoli, Marcianum Press Venezia, 2011).
Qui i collegamenti a un paio di articoli che lo riguardano, tanto per avere un'idea un tantino più completa:
Abbiamo pensato di intervistarlo per i nostri amici 'bicicletterari' sparsi in tutto il mondo - il meraviglioso mondo della bicicletta: persona disponibile, simpatica e ironica e, certamente, davvero competente in materia!
Ecco allora le sue parole, e, in calce alla pagina, l'elenco completo delle sue pubblicazioni...
Il Bicicletterario – Intervista a Carlo Delfino
1) Carlo Delfino: (abbiamo deciso di darci del ‘tu’,
tacitamente… ndr) la tua professione è il medico però sei conosciuto più come esperto e scrittore di ciclismo storico e,
bisogna dire, il tuo raccontarlo colpisce per la puntuale preparazione, per la
bravura e per l’enorme passione che traspare dalle pagine dei tuoi scritti.
Quando scocca la famosa scintilla, quando questa grande passione nasce?
Ho sempre fatto sport (atletica leggera velocità e
salto con l’asta). La passione per la bicicletta e la storia dei suoi campioni
nasce però anticipatamente, con mio padre Antonio, che prima della guerra era
solito pedalare in Riviera con i corridori che venivano ad allenarsi per la
Milano-Sanremo. Mi ha sempre raccontato di Girardengo, Guerra, Olmo e Negrini
che soggiornavano a Varazze. Le pedalate sull’Aurelia e la forte suggestione di
questi personaggi mi hanno quindi sempre affascinato. Ho incominciato a
raccogliere cimeli, ricordi, fotografie e articoli di giornale sulla
Classicissima e nello stesso tempo mi davo da fare per le corse in provincia di
Savona; inoltre, pedalavo sui saliscendi della Liguria, amando sempre più
questo connubio di mare e monti. Ho scritto da principio alcuni pezzi per
riviste del settore e testate locali. Poi, il mio vecchio amico Michele, il
fratello minore di Olmo, conoscendo la
mia passione e competenza mi ha chiesto
di scrivere un libro sulla carriera sportiva e industriale dell’amato Gepìn, il
più grande corridore ligure di tutti i tempi, e quella è stata la mia prima
pubblicazione: “Mio Fratello Gepìn”.
2) Qual è
il personaggio del ciclismo storico che più ti affascina e perché?
Non
esiste un corridore in particolare. Se devo precisare, preferisco raccontare le
vicende, sportive e non, di personaggi di secondo piano. Pedalatori di retrovia
che assaggiano la fatica, il sudore, e devono portare a casa la pagnotta.
Entrando in contatto con i Campioni più titolati, i gregari sono capaci di
tratteggiarne i caratteri più noti ma anche quelli più nascosti. Anche loro
hanno scritto la storia del nostro sport. Sono poi molto attento all’aspetto
fotografico, che tanto interessa ai cultori delle biciclette.
3) Hai scritto diversi libri
sull’argomento: qual è stato il più divertente da scrivere e quale il più
faticoso?
Tutti i libri sono divertenti e
nessuno è faticoso quando si ha passione ciclistica e una storia da raccontare…
4) La tua incitazione preferita, quella
che rivolgi ai giovani appassionati, è “diffondete il Verbo”, ed è facile intuire
di quale verbo si tratti. Ma, se un’antica sentenza suggerisce che verba volant, nel senso di svanire,
Louis J. Helle Jr. ebbe a dire che “Andare in bicicletta è la migliore
approssimazione che conosca al volo degli uccelli”: le parole – le storie – in
bicicletta, in definitiva, volano via, o - semplicemente - volano, libere, come
controparte verbale di una concreta libertà?
Questa è una domanda degna di
Marzullo. (ride). Diffondere il verbo, espressione
magari un po’ blasfema parlando di ciclismo e non della Bibbia… Significa dare
al ciclismo storico ed ai suoi adepti la possibilità di stare nella storia
senza cadere in manomissioni. Il “verbo” in questione altro non è che lo
‘sforzo’ di conoscere e praticare, con scritti, parole e pedalate, la verità
più aderente possibile al vissuto epico ciclistico, senza pressapochismi o
cadute di veridicità. Naturalmente, alla base dell’espressione, c’è anche un
velo di autoironia…
5) Da qualche anno sei anche il Presidente della Nova Unione Velocipedistica Italiana: quali sono le sue finalità, gli obiettivi, insomma qual è la mission della vostra associazione e come vi muovete?
Si, è vero. Mi onoro di essere il Presidente
Onorario di questo sodalizio abbastanza esclusivo in quanto ha per fine la
promozione, la tutela, lo sviluppo e la diffusione del Ciclismo Storico con
particolare riferimento ai primi anni del ‘900, incentivandone lo studio, la
cultura, e la pratica. Un Presidente effettivo giovanissimo - Davide
Segalini (under 40…) - è supportato da un gruppo di appassionati pedalatori, da
tecnici e storici della bicicletta e da discepoli desiderosi di assimilare
passione e conoscenze ciclistiche. Vorrei anche precisare, e ci tengo, che, contrariamente
a quanto si crede, non occorre essere fenomeni atletici per aderire alla
NUVI, bensì riconoscersi nel “Manifesto” che vi invito ad andare a leggere a
questo indirizzo internet: www.novauvi.it
6) Progetti della Nova U.V.I. per
l’immediato futuro?
Due i progetti che noi consideriamo
importantissimi: il 6 giugno al Vigorelli festeggeremo i 60 anni della medaglia
olimpica di due amici: Vigna e Gaiardoni. I due campioni conquistarono allori
importanti su pista alle olimpiadi di Roma. Il giorno dopo, invece, sarà la
volta di una pedalata filologica sulle strade di Tano Belloni fino a
Pizzighettone, sua città natale. Una due giorni PISTA E STRADA nel nome di Tano
Belloni che fu anche, negli anni del dopoguerra, direttore del Vigorelli e
delle Sei Giorni milanesi al Palazzo dello Sport.
7) E più a lungo termine?
A settembre 2020 ricorrono i 150
anni dalla presa di porta Pia e di conseguenza la capitolazione della Roma
papalina. Sfileremo con i Bersaglieri ai Fori Imperiali e riproporremo la Roma-Napoli-Roma,
corsa ultracentenaria dei pionieri che era detta anche XX Settembre per
ricordare perennemente la data ai posteri. Saranno quasi 500 chilometri, per
Casilina e Appia, in due giorni e in uno scenario magnifico come la campagna
laziale e il Vesuvio sanno offrire.
La doppia nominazione rimase in tutte le sue 26 edizioni (l’ultima volta si
corse nel 1934) anche se il percorso e la formula variarono spesso. Nell’albo
d’oro figurano tutti i più grandi pionieri del nostro sport a iniziare da
figure leggendarie come Gerbi (il “Diavolo Rosso”) e Pavesi, per continuare poi
con i “Campionissimi”: Girardengo,
Binda, Belloni e Guerra.
8) Veniamo a noi. Ci sveleresti in che
modo sei venuto a conoscenza de Il Bicicletterario? E – in tutta sincerità – cosa hai
sentito dire a riguardo?
Del Bicicletterario ho saputo
leggendo Tuttobiciweb e vi confesso che ho anche partecipato alla prima
edizione restando irrimediabilmente “trombato”. Si può dire? Mi consolo
pensando che d’altronde anche Einstein fu bocciato al liceo… (risata grassa).
9) Quale l’apporto che un Premio
Letterario dedicato alla bici può dare alla causa
del ciclismo e della bicicletta in generale?
Mi piace molto questa idea. Il
ciclismo ha bisogno di visibilità, di ricerca delle nostre radici e di cultura.
Pertanto vi ringrazio di quello che fate e spero di portare il mio contributo
di credibilità alla Giuria.
10) Da oggi sei parte della Giuria de Il
Bicicletterario: sarai un ‘giudice’ impietoso oppure magnanimo?
La giuria deve sempre essere
imparziale e non prevenuta. Giusto mantenere l’incognito dei partecipanti e non
infierire perché credo che chi partecipa lo faccia col cuore.
11) Un augurio per tutti i partecipanti,
passati e futuri, a Il Bicicletterario?
Metteteci il cuore e realizzerete
quanto di meglio la vostra vena artistica saprà partorire!
11) Ultima domanda, un tantino personale… Qual
è il tuo sogno più grande?
Con la macchina del tempo tornare a 100 anni fa’, sulle strade del
Giro o a una Milano-Sanremo… e applaudire i pionieri della bicicletta, dal
primo all’ultimo…
I libri di Carlo Delfino
“Mio
fratello Gepin” del 1997. Nuova Editrice Genovese.
“Diario
di un Routier” 1998 Grafica DGS Varazze
“C’era
una volta la Milano-Sanremo” del 1999. Grafica DGS.
“Giuseppe
Olivieri sprinter italien” del 2000, Grafica DGS.
“Coppi in Riviera” del 2002 Grafica D G
S.
“Diario di un suiveur” del 2002,
Grafica DGS.
(con Giampiero Petrucci)
“Giovanni
Brunero – il ciclismo delle strade bianche” del 2008, Garbolino
Editore Ciriè.
“Giovanni
Valetti – il campione che sconfisse il mito” del 2008, Edizioni Il
Fiorino-Modena.
“Storia
Enciclopedica della Milano Sanremo (2009) Editrice Darsena
Savona.
“La Maledizione
della “Rosa” (2009) Tipografia Giuseppini-Pinerolo.
“Il
primo volo dell’Airone”, (2009) Bradipo Libri Torino..
“Tano,
la Busca!!” Il ciclismo di Tano Belloni, eterno secondo che sapeva vincere,
(2010) Editrice Il Fiorino
“Cicloeroi.
1891-1914 I pionieri del ciclismo: fatti, episodi, personaggi e fotografie di
un’epoca” (2010). Collana l’Eroica nuova immagine editrice.
“I forzati della strada hanno fame” (scritto
a quattro mani con Mario Cionfoli). L’alimentazione
nel ciclismo eroico. Miti ed evidenze. Marcianum Press Venezia 2011.
Ultimo lavoro (per
ora) nel 2014 Storia alternativa del Giro d’Italia- speciale di Biciclette d’Epoca.
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