"Mamma ciclista per hobby, per passione, per comodità, per pigrizia automobilistica (odio guidare la macchina)": così leggiamo sul blog di Marsi, Mammaebici.it - Storie d'amore, viaggi e pedali. Una mamma in bicicletta, dunque, che, utilizzando la scrittura, condivide in rete l'esperienza di questo suo 'status', in una sorta di diario, in cui ogni giorno diventa uno spunto per affrontare gli argomenti che via via emergono dal vissuto. Usava la bici anche prima, certo: la passione per le due ruote a pedali, con l'arrivo del figlio, ha dovuto semplicemente subire alcuni cambiamenti nelle modalità di realizzazione, e, vivendo in città, immaginiamo ci sia stato anche qualche problemino da risolvere. Di questo e di tanto altro, ci parla nelle varie rubriche che compongono il blog, partendo dalle strade della sua Rimini e portandoci in viaggio con lei, alla scoperta di luoghi che, visitati in bici, vedono aumentare il proprio fascino. E poi consigli pratici per portare i propri figli in bicicletta, per muoversi nelle vie cittadine o per scegliere la meta di una vacanza ecosostenibile, con tanto di pareri e opinioni sulle strutture maggiormente 'accoglienti' per chi pedala; e anche dritte su come superare gli ostacoli delle stagioni meno 'gentili'. Insomma, un sito tutto da pedalare, dietro il quale c'è uno stile di vita che dovrebbe ben essere preso ad esempio.
L'amore per la bicicletta la ha inoltre condotta alla collaborazione con www.viagginbici.com, per la rubrica Donne e Bici, e con il blog del Tour Operator per cicloturisti www.verde-natura.it/blog.
Marsi ci ha concesso l'intervista che potete leggere qui di seguito (curata dalla nostra Selene Caldieri), con la quale cerchiamo di conoscerla un po' meglio, e, soprattutto, di farci dire cosa si prova ad essere una mamma in bicicletta.
Ciao, Marzia, e grazie per aver accettato questa intervista: raccontaci un po’ come nasce l’idea di Mamma e Bici
Ho creato il blog dopo la nascita di mio
figlio, circa due anni fa. Volevo condividere il mio essere diventata mamma con
la passione per la bici che, nemmeno con la maternità, mi ha abbandonata. Anzi,
è diventata un modo per regalare a mio figlio una vita più sostenibile e a
contatto con la natura, inverno compreso.
Nella tua presentazione, sul blog, descrivi l’andare su due
ruote come un modo per cambiare continuamente prospettiva. Ci puoi descrivere
un cambio di prospettiva che ti ha particolarmente sorpreso?
In
realtà questo cambio di prospettiva è quotidiano. Al mattino, quando esco presto
e inforco la bici, i pensieri si riordinano, l’aria fresca mi tonica il cervello
e cambia la prospettiva sulle cose da fare. E’ un esercizio quotidiano molto
utile.
Tra i vari articoli, quello intitolato La fantasia ha
bisogno di tempo, mi ha affascinata molto. Oggi la fretta sembra
sia diventata una regola: dobbiamo correre, fisicamente e mentalmente, anche
quando non abbiamo una meta definita. Secondo te, la bicicletta potrebbe aiutare
a cambiare in noi questo atteggiamento? Insomma, il tempo per stare con noi
stessi può essere "tempo a pedali”?
Certo
che sì. Quando vado a prendere mio figlio all’asilo, ovviamente in bici, il
ritorno è un’occasione per parlare, fermarci al parco se c’è il sole. In
macchina la vita urbana è accelerata e sembra che non si abbia mai tempo per
nulla. Succede in particolare ai genitori, costantemente alla ricerca di tempo per i loro figli, non ci si rende conto che il vero tempo è “adesso”.
Come cambia l’esperienza turistica passando dal viaggio
tradizionale al viaggio con la bicicletta?
Cambia
la prospettiva e la percezione delle distanze. Visitare un luogo in bici vuol
dire allontanarsi senza faticare, godersi il viaggio mentre lo si fa e non solo
per la meta, lasciarsi cullare dagli agenti atmosferici (vento, pioggia, sole)
e mettere in moto il proprio fisico, producendo una gran quantità di endorfine.
Ovviamente tutto questo in compagnia è ancora meglio!
Nella tua esperienza di percorsi in bici, qual è stata l’esperienza
più divertente o inusuale? Qualche avventura dovrai pur raccontarcela!
Da poco
ho voluto visitare Parigi con un bike tour. La stessa città che avevo visitato
più volte a piedi mi è sembrata diversa e soprattutto "a prova di ciclista".
Piste ciclabili, zone pedonali e ampi spazi da attraversare che a piedi sarebbe
davvero stancante.
Da mamma multitasking che ha fatto la scelta di pedalare,
puoi dirci se hai notato delle differenze, nel rapporto tra te e tuo figlio e
in tuo figlio, che collegheresti all'uso che fai della bicicletta? Magari anche
rispetto alla relazione che noti tra figli e genitori “non a pedali”…
Il mio
bimbo è abituato alla bici da quando aveva pochi mesi. Diciamo che ha una certa
dimestichezza con il mezzo, agilità di movimento e senso del pericolo. E,
soprattutto, è abituato a stare all’aperto. Anche in inverno. La bici ci
consente di godere appieno della stagione invernale, cosa non scontata per
molti bimbi che vivono in città, molti dei quali trasportati in auto da casa
all’asilo, dall’asilo ai nonni, dai nonni all’attività, dall’attività a casa.
Risultato? Bimbi ultrastressati che non hanno visto uno spiraglio d'aria...
Ho sempre pensato che la nostra identità personale sia anche legata agli spazi
in cui viviamo e interagiamo. Può la bicicletta essere considerato un
modo per riscoprire e riappropriarsi dei propri spazi?
Le
macchine, parlo di Rimini, tendono a invaderla. Qualche genitore - se potesse - parcheggerebbe
l’auto dentro la scuola. Fortunatamente, però, questa città negli ultimi anni
sta portando avanti progetti di mobilità sostenibile e quindi molti spazi sono
tornati ai pedoni e ai ciclisti. Ma credo che ci voglia ancora molto tempo e
soprattutto un cambio culturale radicale.
Quali sono i valori, gli
ideali, che colleghi immediatamente alla bicicletta?
Libertà,
resilienza, pazienza e una maggiore sensibilità verso l’ambiente.
Possiamo considerare la bicicletta anche come uno strumento
educativo per i più piccoli?
Dovrebbe
essere considerato tale, in quanto aiuta i più piccoli ad avvicinarsi al senso
di movimento ed equilibrio, di sacrificio e fatica. Ma anche al divertimento. E poi c'è, non ultima, l’autonomia… se pensiamo che è il primo mezzo con cui i bimbi
esercitano la loro indipendenza!
Tu sei una mamma che pedala e scrive un bel blog ricco di
tante cose - informazioni, esperienze, e altro. Quale collegamento esiste secondo te
tra la bicicletta e la scrittura?
La
scrittura, come la bici, richiede il suo tempo. E mal si abbina a questi tempi
accelerati dove tutto viene consumato in poco tempo. Questo binomio mi fa
pensare a quello che c’è tra i veri viaggiatori e il taccuino: non potrebbero
mai farne a meno.
Dacci cinque motivi per cui
inviti i lettori pedalare.
Fa
dimagrire gratuitamente (e mai come ora se ne sente il bisogno); si colntribuisce a diminuire il livello di inquinamento; si coprono le distanze in minor tempo
(specie in città di media grandezza); si pensa molto meglio; infine, non si ha
l’ansia di semafori e parcheggi (e non è poco!).
Per scoprire una realtà
probabilmente un po'diversa dalla propria: quella di una mamma in bici; per leggere consigli su come
viaggiare in bici e non solo con dei bimbi; per scoprire tante mete di viaggio slow
e green a prova di bimbo; perché tutto quello che
pubblico è sincero, una sorta di diario personale in cui molti potranno
ritrovarsi; e poi... perché no?
E ora veniamo a noi! Senza timori e senza freni: come sei
venuta a conoscenza de Il Bicicletterario e cosa pensi di questo concorso?
In
realtà l’ho conosciuto per caso, navigando. E subito mi ha incuriosito l’idea
che ci potesse essere un premio letterario legato alla bici. Ho pensato: “Insomma, la
strana non sono soltanto io!”.
Perché le persone dovrebbero parteciparvi? A parte i premi
ovviamente.
Perché
è un modo per mettersi alla prova (se amanti della scrittura) e affrontare un
tema che non è mai scontato. Si potrebbero fare edizioni su edizioni e sono convinta che ne verrebbe
sempre fuori qualcosa di nuovo.
E tu parteciperai con un tuo scritto? Per i premi
chiaramente!
Posso
farlo! Trovare l’ispirazione giusta…
Ultima domanda, ma non per importanza: le rotelle alla bici
del tuo bimbo, le abbiamo tolte?
Ah,
questa è bella! Siamo alla prese con la pedalata urbana, ovvero non mettere sotto
i pedoni ogni tre per due. E non è così semplice. Per le rotelle aspetterei
qualche altro mese: incrociamo le dita!
Be', ci farai sapere! Salutiamo Marsi, gentilissima e disponibile, dando a voi tutti appuntamento sul suo blog: potrebbe essere - oltre tutto - una fonte di ispirazione per le vostrre 'parole in bicicletta'. Le aspettiamo, all'indirizzo bicicletterario@gmail.com, magari giungeranno da altre mamme in bici!
Selene Caldieri
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